La Storia - Chiesa Madre

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La Storia

Le Rettorie > S. Giuseppe

ITE AD JOSEPH - GEN. XLI


Dedicata inizialmente a S. Stefano, fu consacrata solennemente il 27 Marzo 1729 e fu sede dell’unica Parrocchia cittadina fino al 1767, allorché fu aperta al pubblico la nuova chiesa parrocchiale. La confraternita di San Giuseppe, sorta nel 1781, la rifece quasi completamente a metà Ottocento, intitolandola al Santo Falegname, come ricorda una lapide del 1858 che si conserva sulla facciata. È costituita da una navata principale e una seminavata laterale, che immette in sacrestia, comunicanti tra loro tramite arcate a tutto sesto, sorrette da piloni rettangolari. Tale impianto planimetrico è leggibile anche in facciata. L’intera facciata appare suddivisa in tre parti da due cornici sensibilmente aggettanti. La parte inferiore, scandita da lesene, è dominata dal portale, cui si accede tramite una scalinata; la parte centrale presenta un attico cieco liscio con la lapide del 1858. Nella parte superiore, in asse con il portale, su un vano di illuminazione a forma di lunetta la facciata si innalza, terminando in un timpano sormontato dalla statua di S. Michele Arcangelo; ai lati si innalzano due colonnine, poggianti sulla cornice e reggenti due pinnacoli. A sinistra di questa parte sorge una torre campanaria a pianta quadrata. All’interno è possibile ammirare la statua lignea di San Giuseppe, settecentesca, di cui è autore Domenico Brudaglio. Sulla parete destra si apre una nicchia, che riporta alla luce parte di un pilastro su cui c’è un affresco della Vergine col Bambino, pittura poi rifinita in gran parte a tempera (sec. XVIII). Della confraternita di San Giuseppe è possibile ammirare il Crocifisso argenteo, di scuola napoletana, del secolo XVIII, con i quali i confratelli aprono le loro processioni. In chiesa si conserva un prezioso calice fatto realizzare dal Servo di Dio Padre Giuseppe Maria Leone, redentorista, (dal 1865 al 1880 rettore della chiesa di San Giuseppe). Nel 1867, per intercessione di Nostra Signora del Sacro Cuore, il paese fu liberato dal colera. L’immagine di Nostra Signora è riprodotta nel supporto del calice stesso. La chiesa è adornata di uno stupendo portale in bronzo, opera dello scultore Antonio di Pillo, inaugurato il 10 settembre 1975. Misura m. 3,10 x 1,60 e racchiude in sei riquadri la vicenda di San Giuseppe: lo Sposalizio, la Natività, la fuga in Egitto, il Lavoro in bottega, la Morte, la Preghiera con il Papa per la Chiesa tutta. L’ordine dei pannelli, però non fa riferimento al racconto cronologico e biografico, ma rispetta la simmetria dei volumi, l’euritmia dell’insieme. La scultura ci appare monolitica e le singole figure sembrano blocchi di pietra, possenti nel loro gioco di linea e superficie: ricordando certi personaggi grotteschi della padovana Cappella degli Scrovegni.


 
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